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Nunzio Bibbò 1984
BIOGRAFIA 6
Nunzio Bibbò 1984

Nunzio Bibbò

23.03.1946 – 19.10.2014

1946  Nasce fra i contadini e i terracottari dell’Alto Sannio, a Castelvetere (Benevento),  a 5/6 anni  inizia a manipolare l’argilla con gli artigiani del luogo.

1961  Si iscrive ai corsi superiori di scultura dell’antica scuola di Posillipo.

Per tutto il corso degli anni sessanta, Napoli diventa la sua città, vi studia, la scopre nei suoi  aspetti più tradizionali e popolari, lavora nei ristoranti durante l’estate, vive nelle piccole e modeste pensioni napoletane insieme a studenti universitari.

Gli studi dei suoi insegnanti di scultura, Tomai e Dell’Erma, sono la sede dove scoprire  l’essenza del lavoro e della vita di un artista.

1964  Si iscrive all’Accademia dove incontra l’insegnamento di Emilio Greco, il classicismo nella scultura moderna, Marino Mazzacurati, la figurazione moderna, Umberto Mastroianni, l’astrattismo;  ma la continuità dell’insegnamento nella conduzione dei corsi viene garantita da Augusto Perez.

Le tantissime giornate trascorse al Museo Archeologico della scultura, nella sala riservata a Venere, quindi con la scultura napoletana dell’ottocento e, in particolare, di Gemito, diventano il suo terreno di coltura.

Successivamente incontra Medardo Rosso (“il plasticismo e l’impressionismo che la sua scultura riuscì ad esprimere”), Brancusi (“dalla sua purezza della forma ho tratto la spinta ad esaltare la purezza della materia”), Giacometti (“la spazialità e la concezione esistenzialista della forma […], le sue superfici sembrano formate da grumi di sangue che, scorrendo, delineano forme longilinee che si perdono, quasi evanescenti, nello spazio e nell’atmosfera”), Moore (“ciò che ti attrae, che ti porta a pensare oltre … sono le soluzioni formali a problemi di contenuto … resta un margine di sacralità, di misterioso. C’è nel lavoro di Moore la sintesi della storia della scultura.”), Ipousteguy (“queste sue forme frantumate, collocate in ambienti circoscritti che richiamano la condizione umana con una forza esistenziale eccezionale”).

Quando gli si chiede perché non si sia espresso con linguaggi figurativi realistici, ricorda gli anni dello scontro acceso fra sostenitori dei diversi linguaggi espressivi, del conseguente coinvolgimento prodotto fra gli studenti dell’Accademia, per aggiungere: “Ho avuto la possibilità di apprendere da molte fonti e ho trovato nella neo-figurazione il linguaggio all’interno del quale condurre la mia ricerca. Il riferimento alla mia attività creativa è il sud, la mediterraneità e la sua terra”.

Comincia ad esporre a Napoli e in altre città del Sud, mentre inizia a insegnare a Benevento.

1972  Riceve l’incarico di insegnante a Brera dove accetta di restare per un solo anno.

1973  Si trasferisce a Roma, dove assume la docenza in plastica al liceo artistico di via Ripetta  e definisce il suo linguaggio espressivo basato su una figurazione di matrice espressionista  non priva di suggestioni mutuate dalle antiche civiltà italiche..

Roma diventa la sua nuova città dalla quale riceve sollecitazioni importanti, suggestioni che arricchiranno la sua arte. Intesse relazioni con il mondo artistico romano ma la sua indole resta quella del creatore che con discrezione si apparta, vivendo quasi esclusivamente il proprio studio.

1975  E’ presente alla X Quadriennale,

1976  L’Università di Cincinnati gli dedica una personale, mentre inizia la sua attività creativa nell’arte incisoria. Il lavoro di incisore comincia ad assumere contorni che lo proiettano nel circuito delle esposizioni nazionali e internazionali. Nel 1979 è presente nella mostra “Maggiori grafici italiani” che viene allestita nella Sala del Campidoglio.

1980  Il Museo d’Arte di Sofia organizza una sua importante personale e gli dedica una sala permanente.

1985  L’Istituto di Cultura di Monaco gli riserva una personale, mentre.

1987  Partecipa alla IV° Biennale Internazionale di Grafica di Varna, e sue incisioni entrano nelle collezioni del Museo della Grafica. Successivamente, partecipa alla Triennale di Grafica di Grado.

1988  Nel frattempo ha iniziato a creare opere monumentali, fra queste, la più complessa, è la porta, sui temi della vita di S. Paolo, per la cattedrale di Reggio Calabria. L’anno successivo, la Gallery Print Workshopo di Melbourne gli riserva una mostra personale.

1993  Luigi Martini cura il catalogo “Nunzio Bibbò”, edito da Promoart, in occasione della sua mostra di scultura e incisioni alla Libreria “Amore e Psiche” di Roma. Gli anni novanta vedono l’opera di Bibbò esposta in numerose gallerie italiane, tedesche e francesi, e una sua opera monumentale è installata negli Stati Uniti.

 Negli anni novanta la sua produzione grafica è segnalata dal Repertorio degli incisori italiani, dalla rivista Grafica d’arte ed è entra nella raccolta del  Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo, che conserva sue opere.

2000  La sperimentazione sulle materie con le quali esprimere la propria creatività si arricchisce di nuove esperienze; il catrame, insieme a materiali ritrovati (dispersi e gettati dall’uomo) diventa oggetto di manipolazione e tradotti in azione scultorea. Un percorso innovativo nel solco delle sue tematiche e vicende d’artista. Oramai, da oltre un decennio, vive a ridosso del raccordo anulare romano, dentro una periferia densa di umori che incidono la sua sensibilità.

Si susseguono mostre personali a Boston, Gelsenkirchen, Copenaghen.

2004  Il “Complesso del Vittoriano” di Roma gli riserva una retrospettiva, corredata dal catalogo “Nunzio Bibbò terrecotte e catrami”, curato da Luigi Martini e edito da Promoart; mostra che sarà replicata, nel 2005, alla Rocca dei Rettori di Benevento.

2011  La Biennale di Venezia lo sceglie per rappresentare la manifestazione in Bulgaria con una personale che si tiene alla “Galleria Nazionale d’Arte Straniera” a Sofia. La mostra è curata da Iskra Zaharieva, e per l’occasione l’Istituto Italiano di Cultura a Sofia ne pubblica il catalogo, dal titolo “Nunzio Bibbò. Genesi di un dialogo: Italia – Bulgaria”. In vista della mostra, Aldo Cimaglia gira un documentario sull’artista al lavoro, mentre scolpisce i catrami.

Alla “Pinacoteca Comunale S. Giacomo” di Gaeta, Ida Amitrano cura e allestisce una mostra, della quale Nunzio è uno dei due protagonisti, e produce un catalogo dal titolo “Nell’immagine, l’uomo”.

2014  Dopo la sua scomparsa inizia il riordino del suo lavoro per creare l’Archivio Nunzio Bibbò.                            

          Luigi Martini

 

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